Wednesday, July 31, 2013

One inch punch | After Zen




I più esperti, quelli che conoscono Bruce Lee oltre i film e le poche robe che girano, sanno che, a un certo punto, era frustrato dalle sue prestazioni in combattimento (dove, per combattimento, si parla delle risse di strada nelle quali si andava a ficcare). Preso dal desiderio di migliorare, ha cominciato a studiare gli altri stili del kung fu, delle altre arti marziali, persino i passi del balletto classico, per vedere come alzare le gambe per i calci.

Il Jet Kune Do, lo stile che ha fondato, non era un semplice stile di lotta, ma era una pura filosofia che prevedeva il tentativo di tornare alla naturalezza e all’istinto della lotta, dei movimenti, per ottenere il risultato voluto con il minore impiego di energie possibile (idealmente è il concetto che c’è alla base del Krav maga).

Il mio pezzo preferito, per spiegare cosa voleva ottenere, è quello di un’intervista in cui chiese al giornalista il suo portafogli. Questi glielo diede e lui glielo lanciò. Il giornalista lo prese al volo e Bruce Lee gli disse “Ecco, vedi? Hai preso portafogli, hai allungato le mani e l’hai preso. Prima non ti sei messo nella posizione dell’elefante che apre le orecchie o della tigre che è pronta a balzare”. Purezza di idee, di movimenti, di istinto.

Be water. L’acqua si adatta al contenitore dove la metti. L’acqua scorre, ma l’acqua è anche capace di distruggere, di essere inarrestabile. Adatti a ciò che ti circonda, cambia quello che puoi cambiare. Non è facile. Ci si prova. Un centimetro dopo l’altro. Ma non è facile.




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Source:


http://afterzen.wordpress.com/2013/07/31/one-inch-punch/






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